Mercoledì 22 maggio intervengo alla cerimonia di impegno solenne dei nuovi iscritti all’Ordine degli Psicologi della Lombardia.
Un augurio a tutti i nuovi colleghi.
Mercoledì 22 maggio intervengo alla cerimonia di impegno solenne dei nuovi iscritti all’Ordine degli Psicologi della Lombardia.
Un augurio a tutti i nuovi colleghi.
Venerdì 3 maggio 2024 dalle 15.00 alle 17.30 tengo un webinar dal titolo: Adolescenti, perdita ed elaborazione
Il webinar è parte dei Seminari di formazione per il lavoro clinico ed educativo con gli adolescenti organizzati da Codess
La formazione è accreditata ECM ed è rivolta a medici, psicologi, psicoterapeuti, tecnici della riabilitazione psichiatrica, infermieri, educatori professionali e assistenti sociali.
Per iscrizioni (anche al singolo webinar): https://forms.gle/iQht3ZsMaSzWaeNS8
Sabato 20 aprile 2024 tengo insieme alla dottoressa Serena Ricci una lezione nell’ambito del Master “Adolescenti in crisi” organizzato dal Minotauro con la direzione scientifica della dottoresa Katia Provantini. La lezione tratterà della presa in carico dell’adolescente nelle situazioni di grave disagio.
Il master si propone di inquadrare le nuove espressioni di disagio adolescenziale secondo una prospettiva evolutiva. Durante il corso verranno fornite prospettive teoriche e strumenti utili alla gestione di situazioni critiche nel lavoro clinico e alla realizzazione di progetti di prevenzione del disagio adolescenziale. Il lavoro clinico prevede un intervento con il preadolescente e l’adolescente rivolto alla promozione del cambiamento sia nell’individuo, sia nel suo contesto di vita, attraverso il sostegno alla formulazione di nuove rappresentazioni di sé e dei propri compiti di sviluppo più coerenti e più funzionali.
L’obiettivo del master è quello di fornire competenze teoriche e cliniche utili nella valutazione e nel trattamento di preadolescenti, adolescenti, giovani adulti nelle diverse aree che possono ostacolare il percorso di crescita.
Il master è rivolto a professionisti che operano in ambiti clinici, educativi e sociali (psicologi, psicoterapeuti, psichiatri, educatori, tecnici della riabilitazione neuropsichiatrica, assistenti sociali) che nella loro attività si trovano a contatto con situazioni di disagio adolescenziale e mira a fornire le conoscenze teoriche e pratiche per gestire le diverse problematiche che ostacolano il percorso di crescita dei giovani.
Per informazioni: Master adolescenti in crisi
Intervista a cura di Marina Marzulli, Eco di Bergamo, 5 aprile 2024
Combattere la povertà educativa e supportare, a Bergamo, i giovani che hanno vissuto fallimenti scolastici e formativi: è questo l’obiettivo del progetto triennale guidato da Opera Diocesana Patronato San Vincenzo. Realizzato in partnership con 23 realtà locali, « Erre2 – Risorse di Rete » è riuscito a raggiungere più di 1.000 giovani grazie alle 16 Case del Sapere, ai CRE tecnologici, agli incontri di orientamento, agli Eduticket e alle serate di supporto per genitori.
Marina Marzulli: Professore, ci racconta il progetto?
Gustavo Pietropolli Charmet: Si tratta di un intervento importante e ben finanziato che ha coinvolto strutture dell’area pubblica e privata per recuperare i ragazzi fuoriusciti dal circuito scolastico, che non studiano e non lavorano. È un tentativo, riuscito, di costruire una rete attorno ai ragazzi che rischiano di rimanere esclusi dalla tutela e dalla protezione scolastica. Si tratta di attivare una rete, cioè mettere in contatto istituti, enti, servizi che appartengono ad aree diverse: scuola, educatori, servizi territoriali, tribunale dei minorenni, consultorio, famiglia, oratori. Un esercito di risorse per impedire la dispersione scolastica, che è un fattore di rischio per molte condotte antisociali.
MM: Qual è l’esempio più estremo?
GPC: In guerra o a seguito di una catastrofe naturale i “dispersi” sono coloro che stanno peggio. La dispersione è precipitare in un cono d’ombra, dove la società non sa neanche più che esisti. Il massimo esempio è dato dall’aumento del numero di ragazzi homeless. Compiuti i 18 anni, chi vive in una Comunità Educativa per Minori dove va? Rischia di finire in strada. Nelle grandi città ci sono barboni giovanissimi, se non c’è una “rete buona” si finisce ai margini.
MM: Quali sono le cause della dispersione scolastica?
GPC: La povertà educativa, che non è più solo povertà economica. Si tratta di una mancanza di competenza da parte della famiglia rispetto all’utilizzo delle risorse e all’orientamento del figlio. La dispersione è sempre originata dal fatto che l’abbinamento fra quel ragazzo e quella scuola non funziona. La bocciatura è un trauma da non sottovalutare: è non sentirsi adatto, amato, voluto. Girovagare fra scuole e istituti di recupero degli anni scolastici è mortificante. Se nel presente nessuno ti vuole, è difficile immaginarsi il futuro, e il futuro è un concetto molto importante dal punto di vista psicologico ed educativo. Bisogna aumentare la competenza educativa di tutto l’ambiente per tenere dentro il ragazzo e non escluderlo. La lotta all’esclusione scolastica è lotta all’esclusione sociale e a tutto ciò che ne consegue, come le tossicodipendenze.
MM: Cosa significa “fare rete”?
GPC: Attorno al singolo ragazzino e alla famiglia a rischio, bisogna attivare tutte le risorse esistenti e riuscire a fare cooperazione e coprogettazione. Questo è un suggerimento che viene anche dall’Europa, che finanzia i progetti di comunità educante piuttosto che i singoli servizi, che rischiano di essere dispersivi. Io caldeggio questa metodologia e la applica nel consultorio che dirigo: famiglia e scuola sono strutture che dovrebbero parlarsi e allearsi. Se tutte le risorse si mettono in rete abbiamo a disposizione una corazzata e non un rimorchiatore. Con la rete c’è l’idea di un controllo sociale, ma non di tipo punitivo. È il tentativo di rispondere a un’esigenza reale degli adolescenti, loro hanno bisogno di interventi differenziati fra di loro.
MM: Fare rete è un bello slogan, ma l’impressione è che sia tutto demandato alla buona volontà dei singoli – un insegnante illuminato, un allenatore attento, un assistente sociale particolarmente tenace – più che strutturato per funzionare in modo organico…
GPC: Il concetto di comunità educante è un’utopia. Ogni struttura ha i suoi orari, le sue prassi, i suoi impedimenti amministrativi e burocratici. Si riesce davvero a fare rete nei casi particolarmente coinvolgenti, come un tentativo di suicidio. Lì si riesce a fare fronte comune e a non perdere di vista il soggetto. Ma sarebbe molto utile in tanti altri casi.
MM: Ad esempio?
GPC: Poniamo il caso di un ragazzo che abusi di sostanze: devo indirizzarlo verso la rete dei servizi per le dipendenze. Il percorso è precostituito, ma sarebbe meglio essere più integrati, in modo che, ad esempio, anch’io possa dare un sostegno psicoterapeutico andando alla radice del problema.
MM: In Italia è forte la convinzione che i figli siano dei genitori, e dei genitori tutte le responsabilità educative. È così anche all’estero?
GPC: Vedo la differenza quando lavoro in gruppi di lavoro europei: mentre i nostri ragazzi sono considerati figli della famiglia, quelli francesi o olandesi sono considerati come piccoli cittadini, tenuti presente dalla società. A 17, 18 anni i loro coetanei europei spesso vivono fuori casa, in gruppo, finanziati da soggetti pubblici con prestiti; negli Stati Uniti c’è il college. Sono strutture che favoriscono il distacco e le esperienze di autonomia sociale, che portano anche un miglioramento delle relazioni con mamma e papà. Sono favorevole al fatto che la società prenda provvedimenti volti a fare conquistare precocemente l’autonomia. Non credo abbia senso che un universitario studi nella cameretta che aveva in prima elementare.
MM: E il ruolo della scuola qual è?
GPC: Non può chiudersi nel proprio compito – insegnare a leggere, scrivere e far di conto – e non curarsi degli aspetti educativi. Alcuni docenti pensano che il loro compito sia solo didattico, ma se non c’è relazione i ragazzi non imparano niente.
MM: Com’è la situazione a Bergamo? La rete è abbastanza solida?
GPC: Per esprimere un giudizio su un territorio bisogna viverlo, e io manco a Bergamo da molto tempo, da 30 anni, quando lavoravo presso l’ex manicomio. Devo dire, però, che quando mi invitano, soprattutto nelle scuole, trovo un livello di competenze più alto della media. È chiaro a tutti che parliamo di ragazzi e non di studenti, di educazione e non solo di istruzione.
Registrazione dell’incontro “Adolescenza, cambiamo punto di vista”, tenuto al Circolo Timé di Milano il 26 marzo 2024.
Gustavo Pietropolli Charmet dialoga sui problemi dell’adolescenza con Giampietro Savuto, psicologo e psicoterapeuta, fondatore di Lighea Onlus, con la moderazione di Chiara Di Cristofaro, giornalista e psicologa.
Registrazione della lectio “Giovani e anziani. Una cooperazione possibile?” tenuta al teatro Franco Parenti il 18 marzo 2024
La realizzazione di una intesa reciproca tra giovani e anziani è una necessità sociale imposta dalla composizione della società attuale, legata al calo della natalità e all’aumento dell’aspettativa di vita. Si tratta di evitare lo spreco di una massa di anziani autonomi e disoccupati ma alla ricerca di un’attività e falangi di giovani creativi, anch’essi disoccupati, ma alla ricerca di un lavoro integrato e ricco di senso. Una cooperazione fra le due generazioni è forse possibile per riparare i danni inflitti al pianeta e superare i pregiudizi che portano a una reciproca sfiducia e denigrazione. Una soluzione possibile potrebbe essere co-progettare l’allestimento di un dispositivo sociale che offra spazi interessanti per giovani e anziani realizzando la piccola utopia di una pacifica e laboriosa collaborazione.
Venerdì 15 marzo 2024 tengo il primo incontro di supervisione nell’ambito del corso di formazione organizzato dall’AUSL di Reggio Emilia- IRCCS, con la direzione scientifica della dottoressa Luana Pensieri. Il percorso formativo, articolato in sei incontri tra febbraio e dicembre 2024 tenuti alternativamente dal dottor Davide Comazzi e da me, è riservato agli operatori, psicologi, neuropsichiatri e educatori della AUSL di competenza.
I due prossimi incontri di supervisione tenuti da me sono in programma il 10 maggio e l’8 novembre 2024