Nel 750esimo anniversario della nascita del suo autore, la Divina Commedia esce dalle aule scolastiche e dagli ambienti accademici e fa sentire la sua voce in un luogo – 10 Corso Como a Milano – che concentra in sé i diversi volti della città: dal “paradiso” della moda e dell’arte ai locali dell’happy hour e della gastronomia più raffinata, ai chiaroscuri della movida notturna.
Milano per Dante. 100 voci per 100 canti è un evento ideato da Alberto Cristofori, che coinvolge 100 persone legate alla città di Milano, per nascita o per adozione, e rappresentative della sua cultura, intesa nell’accezione più ampia del termine: scrittori, poeti, artisti, musicisti, attori, scienziati, filosofi, librai.
Milano per Dante nasce dalla collaborazione con l’Associazione Progetto Fior di Loto Onlus, impegnata da anni nell’aiuto alle bambine di Calcutta, e con 10 Corso Como.
Domenica 25 ottobre dalle 10.30 del mattino fino a notte fonda, 100 lettori si alterneranno sul palco, per 7/8 minuti ciascuno, il tempo di leggere un canto, mentre alle loro spalle i versi di Dante scorrono a video.
Lo spazio di 10 Corso Como è nello stesso tempo intimo, quale richiede l’attività di lettura ad alta voce, e aperto: è previsto che il pubblico arrivi, si fermi, si allontani, ritorni, e possa alternare l’ascolto ad altre attività – la libreria, il negozio, il ristorante e la galleria che resteranno aperti per tutta la giornata.
Con il patrocinio di Commissione Europea, Fondazione Cariplo, ARCI Milano, Circolo dei Lettori di Milano diretto da Laura Lepri e Fondazione Adolfo Pini, un grande coro di voci, una varietà di intonazioni e di personaggi, che contribuirà ad avvicinare la Divina Commedia al pubblico più vario, promuovendo un simbolo della cultura italiana ed esaltando una città sempre in fermento.
Perché Dante? Perché, ancora una volta, Dante e la Commedia, dopo i grandi successi delle letture di Sermonti e di Benigni?
Perché leggere la Divina Commedia, coinvolgendo attivamente gli intellettuali milanesi di ogni formazione, è un modo per riaffermare il valore della cultura. Non si tratta solo di riscoprire un grande classico e un capolavoro della poesia mondiale. Si tratta di ribadire che l’esistenza umana, per potersi davvero definire umana, non si può ridurre ai bisogni materiali: la nostra natura, il nostro Dna, ci spinge a cercare “virtute e canoscenza”, cioè una dimensione spirituale, estetica, umana.